Non credo di avervi mai raccontato la bruttissima esperienza che ho avuto al mio primo Salone del Libro.
Correva l’anno 2012 e la sottoscritta aveva un manoscritto pronto da quasi tre anni, e bloccato nelle mani di un’agenzia letteraria da un po’.
Non ero andata a Torino per il SalTo, ma per una gita fuoriporta con mio marito (tifoso della Juventus). Tuttavia, sarebbe stata un’ottima occasione per incontrare di persona la mia agente, così, prima di recarci allo Juventus Stadium ci siamo fermati al Lingotto.
In tutta la mia inesperienza, mi sono ritrovata incanalata in una coda infinita per la biglietteria, mentre telefonicamente cercavo di rintracciare la persona per la quale avevo stravolto i miei piani.
Dopo aver acquistato i biglietti e aver oltrepassato l’ingresso, la comunicazione con questa persona è diventata strana “Sono qui, non mi vedi?” e subito dopo “No, mi sono dovuta spostare, sono dall’altra parte”, per concludere con un “Sono dovuta andare via”.
Dopo aver vagato come una mina vagante, trascinando nel mio delirio anche Maritozzo, vi lascio immaginare come mi sono sentita.
Tutta la meraviglia di quel luogo che non avevo mai visto e che racchiudeva il mondo dei miei sogni è scomparso dietro una nube di tristezza.
A quel punto, non me la sono sentita di restare, né tantomeno di far perdere altro tempo a mio marito, rischiando di privarlo della possibilità di visitare un luogo molto importante per lui (lo stadio). Quindi mi sono recata al bagno per medicare il tatuaggio che avevo appena fatto, giusto il giorno prima. Perché vi dico questo? Perché si trattava di una farfalla.
Ecco, questa è stata la mia prima volta al Salone e, fortunatamente, da allora le cose sono molto cambiate. Ora attendo con trepidazione questo periodo dell’anno e non torno più a casa con l’amaro in bocca.
Ah, ovviamente dopo quell’episodio ho interrotto i rapporti lavorativi con quella persona e mi sono prodigata per passare al lato oscuro dell’auto-pubblicazione
Com'è stato il mio SalTo24?
Ma arriviamo al dunque e tiriamo le somme di questo Salone del Libro 2024.
Esattamente come gli anni precedenti, anche questo SalTo è stato emozionante. Ormai conosco così tante persone che bazzicano per questa fiera che salutarle tutte è diventato impossibile. Questa volta però, lo è stato ancora di più, e non per colpa della dispersività del luogo (che non sono nemmeno riuscita a visitare tutto), ma per via della tabella di marcia della sottoscritta.
Il Salone del Libro, da tre anni a questa parte, per me è diventato un importantissimo appuntamento lavorativo/formativo. Non sono più reperibile a uno stand (sebbene ci siano ancora due libri miei legati a una casa editrice), ma voi recatevi in una delle sale in cui si tengono panel professionali e mi troverete, o in mezzo al pubblico oppure al centro del dibattito, come è accaduto quest’anno.
Infatti, dopo essere stata coinvolta lo scorso anno per tenere un webinar sulla promozione ai 160 autori che erano stati selezionati per l’area PRO del Salone, quest’anno mi è stato proposto di partecipare come relatrice al panel IL SALONE CHE VORREI.
Poter contribuire con la mia visione è stato un onore e un immenso piacere, perché credo fortemente nella presenza al Salone del Libro degli autori che si auto pubblicano.
Per concludere, posso dire che il mio unico grande rimpianto è stato quello di aver abbracciato solo un decimo, ma che dico un decimo… un centesimo delle persone che conosco e che erano presenti. In due giorni e mezzo ho partecipato a ben tredici conferenze, quindi posso affermare che il mio Salone è stato la Sala Cobalto del padiglione 2
Come avrete capito tengo moltissimo alla formazione e al confronto, non solo per me ma anche per le autrici che si affidano a Self Creation. Più cose so, più i miei neuroni girano, e se i miei neuroni girano allora posso essere molto più utile a loro.
Quindi, domando scusa a chi ho dovuto salutare di corsa, dimenticando persino di immortalare il momento, e domando scusa a chi ho risposto in ritardo ai messaggi, perdendo così l’opportunità di incrociarci.
Magari il prossimo anno andrà meglio… anche se ne dubito
Un gigantesco grazie a voi che mi avete cercata e che mi avete trasmesso l’affetto che ci lega, nato dall’amore per i libri!