Il Salone del Libro è stato da sempre una boccata d’aria per me.
Ti prendi una pausa dalla quotidianità per viverti qualche giorno immerso in un mondo popolato da persone che come te amano le storie di carta.
Prima di arrivare pensi “quest’anno me lo giro con calma”, “desidero comprare questo libro”, “spero di incontrare questa autrice”, poi oltrepassi le porte di vetro e… ogni piano salta perché in un secondo non capisci più nulla.
Ti lasci trascinare dalla corrente, mentre il tempo ti scorre addosso lasciandosi dietro uno strascico di stanchezza che fingi di non sentire fino a che non oltrepassi di nuovo le porte di vetro.
Gli scorsi anni ho sempre trascorso gran parte del mio tempo al salone presso gli stand degli editori con cui ho pubblicato, ma quest’anno la corrente mi ha fatto immergere in un salone diverso.
Ho rivisto con immenso piacere molte persone conosciute grazie ai libri, che come sempre mi hanno riservato sorrisi e abbracci. Ho “bivaccato” seduta per terra, in coda per il mio primo firma copie WOW, insieme a giovani lettrici che come me non vedevano l’ora di conoscere una delle loro autrici internazionali preferite. Ho fatto una gaffe pazzesca con un’amica bookblogger (mi ha beccata dopo lo spritz🤦🏻), ma come al solito invece di correre a sotterrarmi ho riso come una pazza (perché nella vita bisogna prendersi in giro).
Ho abbracciato l’anima di una ragazza che trova ispirazione e motivazione nei contenuti che pubblico, che poi rappresentano il mio modo di essere (perché di persona sono esattamente come mi vedete sui social, forse solo un pochino più bassa😅). Ho attaccato bottone con chiunque! Con delle signore in coda per il bagno, con una ragazza in coda per la cassa allo stand Mauri Spagnol, con delle lettrici fra gli scaffali degli stand, con un volontario mentre mangiavo la mia focaccia al pomodoro, con gli addetti ai lavori che poveracci non avevano nemmeno dieci minuti di pausa per andare al bagno. Se mi fossi fermata un altro giorno credo avrei iniziato a parlare anche con i muri. Però è questo il bello del Salone che piace a me. La vicinanza, la condivisione, i sorrisi, le storie che leggi e che ascolti e che ti porti a casa.
Quest’anno non ero fissa a uno stand, e per questo non ho autografato libri, ma ci siamo incontrati lo stesso perché mi avete scritto e abbiamo trovato il modo di abbracciarci e, questo, vale molto di più.
Mi dispiace moltissimo non essere riuscita a salutare tutti, un po’ perché dal vivo si fatica un po’ a riconoscersi e un po’ perché quest’anno al Salone c’era davvero il mondo!
Mi dispiace anche non aver fatto foto con tutti, ma si sa, spesso ci si gode il momento e basta.
Il mio SalTo è sempre ricco di sorrisi
A questo Salone del Libro devo molto, non solo per l’opportunità che mi è stata data per quanto riguarda l’area Self-Publishing (di questo ti parlerò meglio nella prossiama Newsletter), ma anche perché ho potuto incontrare di persona Tahereh Mafi, autrice della serie Shatter Me. Un incontro che, per la fondatrice di Leggere Distopico che c’è in me, segna un momento davvero importante.
Ora non mi resta che prepararmi, perché il mio SalTo23 non è ancora finito!
In questo articolo de Il Fatto Quotidiano trovi una piccola anticipazione di ciò che farò a breve.